PASSIONE

Per gli amanti della velocità, dello sport e del turismo

Si dice che ogni volta che saliamo in sella ad i nostri destrieri insieme a noi salgano pure angeli e diavoli… è vero. Rappresentano quel dualismo che rende questo modo di vivere così denso di emozioni che a volte il cuore pare voler saltar via dal petto e mettersi a correre, ad urlare.

Diavoli che girano quel polso in maniera a volte così irrazionale e violenta che lo schizzo di adrenalina ti arriva diritto al cervello senza passare dal via lasciandoti i tremori per lunghissimi interminabili minuti, che ti spingono a piegare quel tanto che basta da far diventare bianche le mani e diventare tutt’uno con la nostra passione, la nostra vita. Tanto da pensare di averlo sfiorato quel limite… di aver scosso quel mantello con il nostro passaggio radente.

Angeli che portano il volto e la voce di chi non è più con noi, dei nostri affetti, delle nostre paure ed
esperienze costruite sulle nostra ossa rotte. Angeli che ti accarezzano quel polso che torna a colorarsi e lascia
andare la manetta quel tanto che basta per godere senza infastidire quel mantello che fino ad un secondo fa avremmo strappato urlando per lo spostamento d’aria per vedere s’è veramente così bella e sinuosa questa mitologica creatura perennemente celata dall’ombra della paura.

Pazzi? A volte forse, ma gli anni, i kilometri e quelle risate che non sentiremo più ci fanno crescere più di qualsiasi schiaffo o cinghiata presa in gioventù… eppure “gli altri” non ci capiscono.

Esser Motociclisti è pericoloso… si muore… ma chi ve lo fa fare?


Ci trovate i fine settimana in qualche strada di campagna sperduta tra i monti, seduti su un muretto con la sigaretta che si consuma lenta all’angolo delle labbra, con lo sguardo perso all’orizzonte e una mano che inconsciamente segue le sinuose linee del serbatoio o dell’affilato cupolino, colorati come farfalle, bardati come antichi cavalieri, da soli o in sfavillanti sfilate di scintille e riflessi, con il saluto sempre pronto anche se chi incroci non l’hai mai visto e mai più lo rivedrai.

Ci vedete seduti intorno ad un tavolo di trattoria o stesi su un prato vicino ad un lago, con le nostre belle in vista,  rigorosamente in vista, che facciamo baldoria e ridiamo e mangiamo e beviamo tra noi come se fossimo nati tutti lo stresso giorno, dallo stesso grembo, tutti delle medesima classe sociale, estrazione e famiglia.

Ci credereste che ci siamo è semplicemente trovati sulla stessa strada senza essersi mai visti o parlati prima? Mai!

Si, è vero, in moto si muore, capita, può capitare ad ognuno di noi. Ci si fa male, tanto male, ma quanta vita si trasforma in ricordi bellissimi, in attimi eterni, in risate così fragorose da far tornare il sole anche in una fredda e piovosa giornata di novembre?

Parlate con ognuno di noi, fatevi raccontare un giro, un aneddoto, una curva e perdetevi in quello sguardo che comincia a scintillare come quello di un bimbo che scopre la vita per la prima volta, nelle risate, nel sorriso che, spontaneo, stira gli angoli del viso e distende la fronte.

Parlate con ognuno di noi e chiedetegli cosa sarebbe di lui se un giorno dovesse rinunciare a questa passione e preparatevi a sentire l’urlo del silenzio. A vedere quello sguardo di bimbo diventare lo sguardo di un marinaio costretto a vivere a terra con il mare in vista, di un pilota che guarda il cielo ancorato a terra.


Già, in moto si muore, ma ora credete di poterci capire? Io non credo… non ancora.

Chiedete allora di portarvi ad un raduno, ad una scampagnata. Bagnatevi di pioggia scrosciante che vi penetra fino
alla biancheria intima, che vi entra nelle ossa,, lasciate che il freddo vi punga fino a farvi lacrimare, lasciate che il sole tenti di liquefarvi mentre indossate l'immancabile giacca tecnica o semplicemente provate a chiedergli di fermarsi così, senza nessun motivo apparente x strada accostandosi al ciglio per stupirvi di quanti (automobilisti) non vi degneranno di uno sguardo e quanti (motociclisti) si fermeranno per porgervi un saluto, un aiuto, compagnia, un semplice passaggio al più vicino distributore anche se esso si trovi a svariati km, o un posto nel proprio box per la moto e un pasto caldo per voi mentre aspettate i soccorsi… fatelo e allora, solo allora arriverete a sfiorare l’essenza di essere Motociclista.

In moto si muore, è vero, ma non esiste modo migliore per vivere il tempo che ci è concesso, e se ancora non lo avete capito beh... lasciate perdere, non lo capirete mai. Ma se un domani mentre andrete al mare con la vostra famiglia automobilisticamente corretta dovesse sopraggiungere uno di Noi e vedreste vostro figlio girarsi di scatto e salutare sbracciando come un pazzo rinunciate a capire anche lui. Lui nella sua incoscienza vede in noi quella scintilla che voi non siete stati capaci di scorgere…

e se vedere il Motociclista ricambiare il saluto… beh… non c’è nulla di strano sapete?

Tra Angeli in terra ci si saluta sempre… ma questo, chi ha perso le ali, non lo ricorda.

Motociclisti… strana, meravigliosa gente.

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